Cronache giallorosse 

Pensieri ed emozioni dagli spalti della Sud

Il tricolore e quell'applauso di inizio stagione
(postato su it.sport.calcio.roma il 22.06.2001, cinque giorni dopo la vittoria del terzo scudetto)


Stadio Olimpico, 17 giugno 2001 ore 17.03
Stadio Olimpico, 17 giugno 2001 ore 17.03

Ripensando a questa indimenticabile stagione che sembrava essere senza fine, ci sono tanti momenti che potrebbero essere ricordati come l'episodio che si è rivelato determinante per arrivare a terminare il campionato con quei due punti in più, due piccoli punti che sono valsi il tricolore.
La soffertissima vittoria contro la Fiorentina targata Batistuta, le prove di forza a Brescia e Verona in cui ci fu da rimontare lo svantaggio, l'epico autogoal di Negro, la vittoria sotto il diluvio di Bergamo con Damiano Tommasi a urlare sotto un muro d'acqua la gioia del raddoppio, la rete del 3-2 contro l'Inter arrivata quando non ci credevamo più, la straordinaria doppietta di Bati a rovesciare la partita a Parma negli ultimi minuti, le invenzioni di Nakata e Montella a Torino a raddrizzare una partita drammatica che fino a dieci minuti dalla fine perdevamo due a zero, la travolgente reazione a Udine dopo aver fatto un punto nelle due partite precedenti, il pallonetto impossibile di Montella contro il Milan e la notizia del pareggio di Dalmat contro la Lazio, la rete di Totti che ha scacciato gli incubi nella finalissima dell'ultima giornata, o quella del tre a zero di Bati che ci ha dato la certezza di avercela davvero fatta... c'è solo l'imbarazzo della scelta.
Tutti attimi fondamentali che rimarranno nella storia e nella leggenda di questa straordinaria cavalcata giallorossa, ma il momento veramente decisivo, secondo me, è stato un altro. Ve lo racconto.
Alcuni di voi ricorderanno che questa lunga stagione iniziò il 24 agosto 2000 allo stadio Olimpico, con una partita amichevole di presentazione della nuova Roma al suo pubblico. Mancava ancora un mese alla prima giornata di campionato e c'era l'atmosfera di una "prima" a teatro. Giocammo contro l'AEK di Atene, per la cronaca pareggiando per zero a zero. Nonostante il periodo di ferie estive e la temperatura rovente, lo stadio era quasi esaurito, io trovai posto per un pelo in curva nord.
Prima dell'incontro lo speaker Carlo Zampa era sul terreno di gioco e chiamava i giocatori che uscivano dagli spogliatoi uno per uno, facevano mezzo giro sulla pista di atletica, alternativamente un giocatore sotto la Sud e un giocatore sotto la Nord, e poi si andavano a posizionare nel cerchio di centrocampo insieme agli altri.
Poi il microfono passò a Fabio Capello, che pronunciò queste parole: "se lavoriamo con impegno tutti insieme, noi e voi, sono sicuro che ci ritroveremo in questo stesso stadio, tra dieci mesi, a festeggiare qualcosa di importante".
Infine riprese la parola Zampa, che ci chiamò a fare un altro applauso, dopo quelli che avevamo riservato ai giocatori e al tecnico. Era per salutare un grande tifoso della magica che se n'era andato da poco e non avrebbe più occupato il consueto seggiolino all'Olimpico, con il suo sorriso sornione e la sua allegria contagiosa. Per la prima volta dovevamo iniziare una stagione senza di lui.
Scattammo tutti in piedi commossi, e quell'applauso alla memoria del grande Vittorio Gassman ebbe la potenza e la bellezza di un'onda dell'oceano, non so quanto durò, forse due minuti, forse cinque, forse di più.
Ecco, secondo me lo scudetto 2000/2001 lo abbiamo vinto in quel momento lì.

Ciao Vittorio, campione d'Italia. Per quanto lontano sia il mondo da cui ora ci sorridi, credo tu possa scorgere quaggiù sulla Terra una macchia giallorossa. E' la tua città, è tutta colorata, e non si smette più di far festa. Ci manchi.

Fil, 22 giugno 2001



"Questo scudetto è una delle ultime e più precise prove dell'esistenza di Dio".

(Vittorio Gassman, 15 maggio 1983)


Giallorossi - voci e colori del popolo romanista

cronache | homepage