presenta:

"t'ho dipinta io"
la città in abito giallorosso nei giorni del terzo scudetto

reportage fotografico realizzato da Filippo Thiery



 giugno 2001: rioni, quartieri e borgate in festa 


PAGINA I: Trastevere

PAGINA II: Garbatella

PAGINA III: San Lorenzo

PAGINA IV: Testaccio

PAGINA V: Campo de' Fiori

PAGINA VI: Magliana

PAGINA VII: Monteverde - Gianicolense

PAGINA VIII: Donna Olimpia

PAGINA IX: Viale Marconi- Ostiense - San Paolo

PAGINA X: Portuense - Bravetta

PAGINA XI: Spinaceto - Tor de' Cenci - Montagnola - Laurentino 38

PAGINA XII: Appio Latino - Quadraro - Tuscolano

PAGINA XIII: Prenestino - Torpignattara - Quarticciolo

PAGINA XIV: San Basilio - Setteville

PAGINA XV: Pietralata

PAGINA XVI: Casal Bruciato - Casal de' Pazzi - Rebibbia

PAGINA XVII: Torrenova - Torre Angela - Tor Bella Monaca

PAGINA XVIII: Casalotti - Boccea - Osteria Nuova - Aurelio

PAGINA XIX: Val Melaina - Vigne Nuove - Tufello

PAGINA XX: Circo Massimo (concerto 24.06.2001)

BONUS TRACK: pagina tematica


 la festa del 17 giugno 2001 


Stadio Olimpico

Centro Storico

Testaccio

VENT'ANNI DOPO... ovvero "quasi come Dumas", per dirla con Guccini: la pubblicazione online di questa raccolta di immagini nasce nel ventennale del terzo scudetto, in occasione del quale ho riaperto il cassetto dei negativi, quello in cui conservo gelosamente i reperti della gloriosa era, tanto romantica quanto ormai preistorica, della fotografia a pellicola, e mi sono deciso a digitalizzare le centinaia di immagini che scattai, a partire dal 17 giugno 2001 e nelle settimane successive, per immortalare la memorabile festa a cui il popolo giallorosso diede vita, per giorni e giorni, nei quartieri della nostra città, dai rioni del centro storico fino alle borgate più periferiche: un'autentica esplosione a macchia d'olio di gioia e colori, da un lato replicando quel che era accaduto nel maggio 1983, nel vestire letteralmente a festa strade, piazze, statue, finestre, balconi, ringhiere, giardini, fontanelle, banchi del mercato e qualsiasi cosa si potesse addobbare o dipingere di giallo e di rosso... e dall'altro lato animando una lunga sequenza di serate e nottate con un'altrettanto epocale sfilza di caroselli, bagni di folla, bicchierate e feste di strada, passando per l'oceanica serata del concerto al Circo Massimo. In quei magici giorni, utilizzai ogni briciola di tempo libero, e strappai tutto quel che potevo al sonno, per girare come una trottola giorno e notte per la città (bella cosa essere giovani), sempre con la reflex al collo, scegliendo ogni volta un quadrante di Roma differente e cercando di fissare più possibile sulla pellicola quel festoso e colorato spettacolo. Sono 544 fotografie, tutte scattate dal sottoscritto con reflex a pellicola Pentax LX e ottiche fisse 20 mm, 28 mm, 50 mm e 135 mm. Se, per difetto di memoria a 4 lustri di distanza, avessi commesso qualche errore nel collocare le immagini nei vari quartieri, ovviamente fatemelo sapere, in modo che possa provvedere ad apportare le correzioni eventualmente necessarie, grazie in anticipo.

DIMMI COS'E': rendere disponibile online questo album fotografico vuole essere un omaggio alla città di Roma, all'unica squadra che ne porta il nome, i colori e il simbolo, e alla sua gente. Se scattare fotografie, come amava dire un maestro assoluto nell'arte dell'immagine come Robert Doisneau, è una disperata battaglia per provare follemente a fermare lo scorrere del tempo, e per contrastare altrettanto pazzamente l’idea che siamo tutti destinati a scomparire, è anche vero che, per chiunque di noi, al passare degli anni e dei decenni, dall'infanzia all'età adulta fino alla vecchiaia, cambiano ed evolvono tantissime cose, ma in questo incessante flusso, in continuo e fisiologico divenire, c'è davvero un punto fermo ed eterno, ad accompagnare le nostre vite, scandendone ogni fase e collegandone tutti i momenti, ereditato da coloro che non ci sono più, e destinato a rimanere con coloro che ci seguiranno, quando toccherà a noi lasciare questo mondo. E no, non si tratta del tifo per una squadra di calcio.
Perché quei giorni del terzo scudetto rappresentarono semplicemente l’amplificazione di ciò che, indipendentemente dal momento della stagione o dalla posizione in classifica, aleggia sempre e comunque nella quotidianità, ed emerge sornione nei momenti più insospettabili e senza preavviso alcuno: riconoscere la passione e l’orgoglio di essere tifosi della Roma, certamente, nell’individuarsi reciprocamente da un particolare, un riferimento, una casualità, una parola, e scambiarsi istintivamente questa comunanza, con un cenno d’intesa, una battuta, un’occhiata complice, un segno minimale ma profondo della consapevolezza di far parte di una coralità assoluta, in cui l’insieme collettivo è qualcosa di molto più grande della mera sommatoria dei singoli elementi, e quel che ne deriva non è più la sorte di una squadra di calcio (figuriamoci un risultato, sconfitta o vittoria che sia) ma un pensiero, un’idea, un sentimento, un istinto, un modo tutto romano e romanesco (e quindi romanista), tanto ironico e sornione quanto viscerale e profondo, di prendere sul serio la vita ma di saperne sdrammatizzare i momenti difficili, un'innata capacità di concentrare un saggio di filosofia in una battuta e di saper scherzare, anche e soprattutto, su se stessi. E' un’ancestrale eco di fondo, un impulso, una nota fissa che vibra, ferma e leggera, sulla frequenza di ricordi, frammenti di vita propria e dei propri cari, brandelli di infanzia perduta e di persone che ci hanno lasciato, evocazione di suoni, colori (due in particolare), odori, sensazioni, pensieri, brani di libri e strofe di poesie. La Roma è un insieme denso, una valanga di sensazioni in comune, caotiche associazioni di idee che si intrecciano continuamente e ne richiamano altre, e poi altre ancora, dalle atmosfere dei vicoli attorno a Campo de’ Fiori al riflesso pastello delle vecchie case romane sui sampietrini tirati a lucido da una gnagnarella impalpabile, dall'umorismo tagliente e leggiadro di Gigi Proietti al clima dolce e avvolgente di un'ottobrata infinita, percezioni che ci pervadono continuamente, saltando fuori, senza preavviso alcuno, in ogni momento delle nostre giornate, collegandoci tutti fra noi, e collegando fra loro tutti gli istanti della nostra vita.
Il punto di accumulazione di tutto questo è la Roma, e lo è a prescindere. E allora non è più un gioco, ma al contrario il distillato stesso della vita, in quel lasso di tempo, più o meno lungo, che ci è dato di esistere... ed è esattamente ciò che ho provato a immortalare in queste immagini. Forse non è un caso, che abbia aspettato di superare la mezza età, per aprire quel cassetto di negativi... quando maturi la consapevolezza di aver vissuto più anni di quel che ti restano da vivere, inizi a pensare che il tempo vada usato bene, cercando di sprecarne meno possibile, e soprattutto dando il massimo spazio e valore a sviscerare le cose serie e importanti. Grazie di cuore a tutte le persone che vorranno sfogliare questo reportage. Forza Roma. Sempre.

Filippo Thiery, 17 giugno 2021


Roma Campione d'Italia 2000/01

reportage fotografico di Filippo Thiery - giallorossi.it
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