DAMIANO TOMMASI,
IL SECONDO ESORDIO NON SI SCORDA MAI

30 ottobre 2005, stadio Olimpico di Roma, decima giornata di campionato, gara Roma-Ascoli.
Sono trascorsi 24 minuti e 37 secondi delle ripresa, quando il tabellone del quarto uomo annuncia l'ingresso sul terreno di gioco del numero 17 giallorosso, Damiano Tommasi, alla decima stagione consecutiva in maglia giallorossa: è il suo rientro in campo dopo 15 mesi di assenza per un grave infortunio, che il 22 luglio 2004, durante una amichevole estiva contro lo Stoke City, aveva rischiato di compromettere definitivamente la sua carriera. L'ultima presenza di Damiano in una partita ufficiale risale al 16 maggio 2004, diciassette mesi e mezzo fa.
E' un momento di grande emozione, atteso da tanto tempo e conquistato grazie ad una strepitosa forza di volontà, indispensabile per affrontare la fatica di quei quindici mesi dopo l'operazione, mesi di duro lavoro tra sedute di fisioterapia, riabilitazione, ricadute e ricomparsa del dolore, allenamenti col tutore, poi finalmente i primi calci al pallone, le partitelle coi compagni, il contratto in scadenza senza essere ancora rientrato in campo, la scommessa di firmare il rinnovo al minimo sindacale per dimostrare di essere ancora un giocatore di calcio, ancora settimane di attesa prima che il mister lo trovasse pronto al rientro in una partita ufficiale, e finalmente ci siamo: sono le 16.32 quando l'intero stadio si alza in piedi per salutare il rientro del suo campione, accolto da un lunghissimo applauso e dal coro di sempre: "mi diverto solo se, solo se gioca Tommasi..."
La Roma è in vantaggio per uno a zero, grazie al goal segnato da Christian Panucci nel primo tempo. Sono trascorsi dieci minuti dall'ingresso di Damiano, quando Vincenzo Montella, richiamato in panchina, lascia la fascia da capitano a Panucci, che immediatamente la porge a Tommasi, interpretando il desiderio di tutta la squadra e commuovendo i quarantamila dell'Olimpico; altra ovazione, e riparte il coro: "...gioca bene o gioca male, lo vogliamo in Nazionale!"
Ma dopo pochi istanti la festa sembra guastarsi: su una punizione dal limite l'Ascoli pesca l'incrocio dei pali e segna il goal del pareggio, quando mancano appena 7 minuti dalla fine. Sembra finita, ma Damiano si affretta a raccogliere il pallone ed è il primo a tornare a centrocampo, spronando i compagni a riprendere immediatamente il gioco e a portarsi all'attacco della porta avversaria. Scade il novantesimo, iniziano i minuti di recupero: è il 92', quando Taddei guadagna una punizione sulla trequarti e la batte verso il palo più lontano, torre di Kuffour che rimette il pallone verso il palo opposto, dove Philippe Mexes stacca di testa ed insacca il goal del 2-1.
Nel mucchio di giocatori che corrono a festeggiare l'autore del goal, spiccano i riccioli neri di Damiano Tommasi... una scena vista tante volte in dieci anni, ma mai così bella come stavolta, dopo quei quindici mesi di attesa e di trepidazione. La festa dell'Olimpico può riprendere, la Roma ce l'ha fatta; al fischio finale, Damiano è a braccia alzate, pugni stretti, lo sguardo alla Curva Sud. BENTORNATO CAMPIONE!


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ORE 16.32: TUTTI IN PIEDI, ENTRA DAMIANO!


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IL PRIMO PASSO SUL TERRENO DI GIOCO...



... LA FASCIA DA CAPITANO AL BRACCIO DI DAMIANO...


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... 92' MINUTO, L'ESULTANZA AL GOAL DEL 2-1!


L'intervista del dopopartita


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Tommasi: «Come fossi al debutto»

«Mi sono sentito ai tempi della Primavera
Ringrazio Panucci. E la gente per gli applausi»


di Tonino Cagnucci (da "Il Romanista" del 31.10.2005)

«La cosa più bella è stata aver restituito alla famiglia, ai miei amici, l’immagine di me in campo, con una maglietta sudata, i calzoncini e un pallone». L’immagine di un calciatore: Damiano Tommasi. La più bella di ieri.
Erano ventiquattro minuti e trentasette secondi del secondo tempo di Roma-Ascoli. Domenica 30 ottobre. C’è un brusio all’Olimpico, che cresce, che diventa un boato, che diventa "tutti in piedi entra Damiano".
Tutti in piedi. C’è Tommasi dopo un anno e mezzo, dopo l’incidente che fa male, il recupero che fa pure più male, e tutti quei minuti da quel 22 luglio 2004 passati fino a questo minuto 24 senza contarli, immaginando quest’attimo che troppi avevano detto: no, non arriva. Chissà lui che sentiva...
«L’emozione l’ho vissuta in questi due mesi in cui sono stato con la squadra. In cui sono tornato a lavorare con la Roma. E’ stato come nei primi anni in cui ero alla Primavera del Verona e aspettavo il debutto».
Un ri-nizio è sempre un inizio. Eccolo, dopo Taggart, lo Stoke City, quel ginocchio che va a pezzi a Irdning. Chissà che succede a Irdning in questo momento mentre Tommasi torna a giocare che è il 24’ e 37"? Chissà che fa Taggart, il difensore nordirlandese con cui quel maledetto giorno s’è scontrato. E lo Stoke City? Tutti gli altri che conoscono questa storia di un giocatore con un ginocchio esploso e dato per finito, ieri stavano lì in piedi ad applaudirlo.
«Ringrazio il pubblico per quell’applauso. La standing-ovation fa piacere anche perché è una responsabilità da non tradire. Ringrazio la gente». E di che? La cosa importante è che sia stato come voleva lui, come sognava immaginandosi di nuovo con la maglietta sudata, i calzoncini e un pallone. Calciatore. «Mi ha fatto piacere rientrare all’Olimpico davanti ai tifosi della Roma perché in trasferta sarebbe stato diverso, mi ha fatto piacere entrare in un momento che contava, in una partita difficile, che era in bilico. Sono contento perché vuol dire che Spalletti ha avuto fiducia in me facendomi giocare quando ci stanno da prendere tre punti, in una zona di campo dove conta mettere il piede».
Ma quale è la zona giusta di chi il piede lo ha sempre messo in qualsiasi parte del campo, e anche in quell’amichevole contro lo Stoke City che ieri l’altro ha perso 2-0 col Southampton? A un certo punto non lo ha saputo neanche lui: «Quando sono entrato per un attimo non sapevo dove andare a giocare, la preoccupazione è stata quella: quando sono entrato non potevo pensare ad altro che mettermi bene in campo e fare meno danni possibili».
La paura no. La paura era passata insieme a tutte le paure della ricostruzione, del recupero, dell’intervento e delle lastre del professor Pier Paolo Mariani, delle lacrime dell’amico-procuratore Andrea Pretti, di chi gli stava vicino e lui a dire a tutti «tranquilli». La paura no: «Ho costruito la mia carriera su ogni pallone, sull’andare in contrasto, se io torno a giocare lo faccio con le mie caratteristiche. Io do il mio contributo soprattutto quando non c’è la palla. La preoccupazione di non aver paura era passata, c’era quella della tenuta del ginocchio. Anzi, il mio rischio adesso è fare falli che non dovrei fare perché quando mi sono fatto male m’ero fermato: ora non lo faccio più. E ora rischio di fare male agli altri».
Questa è da "anima candida" veramente. Ma questo è Damiano Tommasi veramente, quello che ora amerà pure poco questa specie di ritratti: per lui c’è il lavoro che è il gioco del calcio, e tre punti da prendere per fare bene la professione. Per la Roma: «Dobbiamo giocare così come abbiamo fatto con l’Ascoli, attenti e concentrati su ogni pallone, senza snobbare l’avversario, credendoci in ogni azione di arrivarci. Aiutandoci, perché il compagno è un aiuto, non una difficioltà. Non dobbiamo mai dimenticarlo. Questo è stato l’aspetto più importante della partita. Al di là di me».
Lui è stata l’immagine più bella. Il gesto invece che vale la foto ricordo per sempre, pagine di AS Roma, è quello di Panucci che gli consegna la fascia di capitano: «Ringrazio Christian perché non era una cosa dovuta, mi ha fatto piacere perché vuol dire che anche se è un anno e mezzo che non giocavo forse ho dato qualcosa alla squadra».
Forse ieri pure di più. Quando era il minuto 24 e i secondi 37, e a Roma le 16.32 (per quelli che non pensano in stagioni e tabellini) ed è entrato in campo DamianoTommasi dopo tanto tanto tempo. «L’importante è aver restituito la mia immagine da calciatore alla famiglia, gli amici, Ci tenevo a parlare sul campo, difficile dimostrare il contrario. Poi se ho giocato bene o male non lo so...».
Eccolo: "mi diverto solo se, solo se gioca Tommasi, gioca bene o gioca male, lo vogliamo in Nazionale". E’ un canto.



Altri articoli sul rientro in campo di Damiano:

 la conferenza stampa del giorno dopo a Trigoria... ed altri contributi!


Filmati tratti da asromaultras (clicca col tasto destro per scaricarli):

clicca col tasto destro del mouse per scaricare il file il servizio di RaiSport sul rientro in campo di Damiano (file .mpeg da 12.6 MB)

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Leggi la conferenza stampa del giorno dopo e gli altri articoli dedicati a Damiano


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